Nuovo Sefir, on-line

La prima tappa del ciclo di seminari on line "Musica: dimensioni spirituali, scientifiche e sociali" promosso dal Nuovo Sefir avrà inizio il prossimo 3 ottobre con il seguente programma:

 

17:00 Introduzione

 

17:15 Relazione di Claudia CANEVA, Preside ISSR Ecclesia Mater e docente PUL (Roma)

 

18:15 Dibattito

19:00 Chiusura dei lavori

 

Sommario

 

L’esperienza musicale non può definirsi in sé una esperienza specificatamente religiosa, ma si può affermare che essa consente di sviluppare quelle tensioni affettive operative che interessano il centro profondo dell’io, là dove si vive con maggiore immediatezza la questione del senso, e di sperimentare quell’intenzionalità di tipo metafisico che anima all’origine le aspirazioni e la ragione umana. Si cercherà, pertanto, di mostrare come la musica sia un’arte familiare al Logos, un pensare Dio per via di sentimento e di bellezza, e attraverso alcuni esempi di evidenziare come la comprensione dell’espressione artistica sia indispensabile alla riflessione teologica per l’intima affinità che l’arte ha con il mondo della fede, individuando il fondamento antropologico-teologico della fenomenologia del suono e dell’ascolto musicale.

 

 

La partecipazione è libera e gratuita fino all'esaurimento dei posti resi disponibili dalla piattaforma;

 

 

per partecipare, scrivere un messaggio a segretario@nuovo-sefir.it e il giorno dell'evento Nuovo SEFIR invierà il link per accedere.

Palazzo Passionei, Urbino

L’evento comprenderà una serie di interventi dedicati sia a questioni di primo ordine (ossia le sfide metodologiche), sia a questioni di secondo ordine relative a specifici aspetti dell’evoluzione umana (ad esempio: quali sono i fattori che ci hanno reso moderni dal punto di vista comportamentale?), con un particolare focus sulle sfide connesse alla ricostruzione dell’evoluzione delle nostre capacità cognitive e culturali.

Ogni intervento sarà seguito da una sessione di domande e risposte, per favorire un proficuo scambio tra i partecipanti.

Il workshop accoglie ricercatori e appassionati di filosofia, paleoantropologia, archeologia e discipline affini che siano interessati alle questioni fondative della ricostruzione del passato umano.

Programma

Martedì 7 Ottobre 2025
Aula della Tartaruga, Palazzo Passionei
14:30 – 15:00 Saluti istituzionali e introduzione
15:00 – 16:00 Presentazione Andra Meneganzin
16:00 – 17:00 Presentazione Fabio di Vincenzo
17:00 – 17:30 Coffee break
17:30 – 18:30 Presentazione Matteo Bedetti

Mercoledì 8 ottobre 2025
Aula della Tartaruga, Palazzo Passionei
9:00 – 10:00 Presentazione Andrea Parravicini
10:00 – 10:30 Coffe break
10:30 – 11:30 Presentazione Antonella Tramacere
11:30 – 12:30 Presentazione Ivan Colagè

Il workshop si terrà online e in presenza.

 

Data: Inizio: 07/10/2025 alle ore 14:30 Fine: 08/10/2025 alle ore 12:30
Luogo: Aula della Tartaruga - Palazzo Passionei (Via Valerio 9, Urbino)

Locandina

Organizzato e promosso da:

Dipartimento di Studi Umanistici
Scuola di Scienze, Tecnologie e Filosofia dell'Informazione

Modalità di partecipazione

Altre informazioni utili

Ingresso libero, in presenza o online, previa compilazione del seguente modulo Google: https://forms.gle/kXnHHGuSHkwH5iRF8
Per informazioni scrivere a: m.bedetti1@campus.uniurb.it

7 ottobre 2025

L’evento comprenderà una serie di interventi dedicati sia a questioni di primo ordine (ossia le sfide metodologiche), sia a questioni di secondo ordine relative a specifici aspetti dell’evoluzione umana (ad esempio: quali sono i fattori che ci hanno reso moderni dal punto di vista comportamentale?), con un particolare focus sulle sfide connesse alla ricostruzione dell’evoluzione delle nostre capacità cognitive e culturali.

Ogni intervento sarà seguito da una sessione di domande e risposte, per favorire un proficuo scambio tra i partecipanti.

Il workshop accoglie ricercatori e appassionati di filosofia, paleoantropologia, archeologia e discipline affini che siano interessati alle questioni fondative della ricostruzione del passato umano.

Programma

Martedì 7 Ottobre 2025
Aula della Tartaruga, Palazzo Passionei
14:30 – 15:00 Saluti istituzionali e introduzione
15:00 – 16:00 Presentazione Andra Meneganzin
16:00 – 17:00 Presentazione Fabio di Vincenzo
17:00 – 17:30 Coffee break
17:30 – 18:30 Presentazione Matteo Bedetti

Mercoledì 8 ottobre 2025
Aula della Tartaruga, Palazzo Passionei
9:00 – 10:00 Presentazione Andrea Parravicini
10:00 – 10:30 Coffe break
10:30 – 11:30 Presentazione Antonella Tramacere
11:30 – 12:30 Presentazione Ivan Colagè

Il workshop si terrà online e in presenza.

 

Data: Inizio: 07/10/2025 alle ore 14:30 Fine: 08/10/2025 alle ore 12:30
Luogo: Aula della Tartaruga - Palazzo Passionei (Via Valerio 9, Urbino)

Locandina

Organizzato e promosso da:

Dipartimento di Studi Umanistici
Scuola di Scienze, Tecnologie e Filosofia dell'Informazione

Modalità di partecipazione

Altre informazioni utili

Ingresso libero, in presenza o online, previa compilazione del seguente modulo Google: https://forms.gle/kXnHHGuSHkwH5iRF8
Per informazioni scrivere a: m.bedetti1@campus.uniurb.it

 


 

Ivan Colagè
Stefano Oliva

L’attuale sviluppo tecnologico, segnato dalle sfide (anche etiche) legate all’intelligenza artificiale, ci impone  di ripensare in profondità il ruolo dell’essere umano nel mondo, confrontandone le specifiche abilità rispetto ad altre forme di vita animale da un lato, e dall’altro distinguendo ciò che la macchina può replicare da ciò che rimane una prerogativa dell’essere umano. È questa la riflessione che propone Federico Faggin, fisico e imprenditore “padre” del microprocessore, nel libro Silicio (2019), individuando nella coscienza il tratto distintivo dell’intelligenza umana rispetto all’intelligenza artificiale.

In genere, cercando ciò che vi è di propriamente umano nella nostra forma di intelligenza, uno fra i temi cruciali che viene in primo piano, tanto nei dibattiti culturali quanto nelle ricerche più specialistiche, è quello della creatività. Termine polisemico, che merita un’attenta riflessione filosofica e un lavoro di ricerca finalizzato a una definizione rigorosa, come dimostra l’articolo di Mark Runco e Garrett Jaeger (2012), che individuano due criteri per la creatività: in primo luogo l’originalità, dunque un carattere di novità, e in secondo luogo quella che chiamano effectiveness, vale a dire una forma di efficacia pragmatica che qualifichi ciò che ci appare come originale, esplicitandone positivamente il carattere vantaggioso.

La “definizione standard” proposta da Runco e Jaeger, che senz’altro ha il merito di cogliere alcuni aspetti rilevanti della creatività, non consente tuttavia di distinguere la forma propriamente umana – se c’è – rispetto ad altre forme di creatività che possono interessare il mondo animale e la sua evoluzione. In fondo l’idea di uno slancio vitale (élan vital) intrinsecamente creativo, capace di animare e dirigere dall’interno lo sviluppo evolutivo era stata già teorizzata dal filosofo Henri Bergson ne L’evoluzione creatrice (1907). Il carattere non deterministico dell’evoluzione secondo Bergson, lontano tanto da un modello meccanicista quanto da un ingenuo finalismo, consentiva di cogliere nello sviluppo naturale una continua produzione di novità cui difficilmente potrebbe essere negato l’appellativo di creatività.

L’elaborazione del pensiero scientifico e filosofico in merito al tema dell’evoluzione della vita pone domande anche alla riflessione teologica, che non a caso – come ci mostra il brano di Karl Rahner (1984) – si interroga sul rapporto tra creazione divina ed evoluzione. Il teologo tedesco esplicita in questo modo il quesito: «Un’evoluzione generale del cosmo, ci domandiamo quindi, dalle sue parti costitutive più semplici e originarle fino all’odierna differenziazione e complessità anche nel campo del vivente, è ammissibile per la fede cristiana come tesi o ipotesi delle scienze naturali soltanto da inquadrarsi, al massimo successivamente, in un’immagine cristiana del mondo? La nostra risposta è: sì» ed elabora la sua posizione di compatibilità tra creazione ed evoluzione valorizzando il concetto di auto-trascendenza.

Una simile concezione consente allora di ampliare la nostra idea di creatività all’intero universo, visto – come suggerisce il cosmologo, matematico e astrofisico John D. Barrow (1997) – come opera d’arte e fonte cosmica della creatività umana. Una simile prospettiva, capace di riavvicinare il rigore scientifico e la sensibilità umanistica, coglie la dimensione propriamente estetica che anima ogni avventura conoscitiva e ogni ricerca sul reale. La bellezza diventa allora impronta dell’opera di Dio nel creato secondo i credenti e fonte d’ispirazione e di meraviglia per il ricercatore scientifico, che nell’ordine e nell’equilibrio del cosmo – come per esempio nella Tavola periodica degli elementi, secondo Alessandro Giuliani (2011) – riesce a rintracciare regolarità che soddisfano tanto la ragione quanto il senso estetico.

Ma esiste anche una forma specifica di “creatività” teologica, ed è quella che il cardinale Joseph Ratzinger (1998) attribuisce ai profeti. Dietro un grande teologo, capace di sistematizzare un pensiero secondo linee argomentative razionali, vi è sempre prima un grande profeta, sostiene il futuro papa: nella capacità di anticipazione dei tempi e nella ricchezza carismatica del profeta si può rintracciare quel carattere di novità che è proprio di una “creatività” spirituale.

D’altra parte, ci piace condividere con i nostri lettori il fatto che questi, e altri, temi legati alla creatività umana in prospettiva interdisciplinare sono al cuore delle attività del Centro di Ricerca DISF da alcuni anni – come mostra, ad esempio, un Quaderno Monografico del 2023 per la Rivista Acta Philosophica incentrato specificamente sui rapporti tra creatività umana, animale e artificiale – proprio per la loro profondità antropologica, l’attualità culturale, e le implicazioni etiche e sociali. Il Centro DISF è anche coinvolto in un progetto di ricerca, promosso e sostenuto dalla Pontificia Università della Santa Croce, proprio su questa tema, e che vede concludersi proprio in questi giorni il suo primo anno di realizzazione. Il fulcro del progetto sta nell’idea che la creatività umana intesa come capacità di introdurre reali novità nel mondo trasformandolo intenzionalmente possa cogliere aspetti fondamentali della specificità umana, e persino del suo essere – secondo quanto sostiene la rivelazione ebraico-cristiana – imago Dei. Questa attenzione alla creatività si riflette anche nelle iniziative proposte dalla SISRI, la scuola interdisciplinare promossa dal Centro di Ricerca DISF. L’attuale biennio di seminari nazionali verte proprio su I volti della creatività, e affronta il tema attraverso le lenti, di volta in volta, di discipline come la biologia, l’archeologia, l’AI, la riflessione politica, l’estetica, la matematica, la filosofia teoretica e la teologia. Anche lo scorso Workshop annuale ha affrontato il tema della creatività dal punto di vista del “nuovo”, e del rapporto tra paradigmi e innovazione nelle scienze.

Abbiamo quindi, con questo Speciale e con questa stessa Introduzione, voluto mettere al corrente i nostri lettori di questa priorità del Centro di Ricerca DISF, oltre ad offrire loro, come di consueto, un’occasione per letture autorevoli, interdisciplinari e stimolanti.

19 agosto 2025
Book Prize ISSR 2025: Eccellenza nella letteratura su Scienza e Religione

Prof. Fraser Watts, Segretario Esecutivo della International Society for Science and Religion (ISSR), ha annunciato i vincitori del Book prize ISSR 2025, giunto alla sua sesta edizione. Ogni anno, l’ISSR assegna tre premi alle opere più rilevanti pubblicate di recente nel campo del dialogo tra scienza e religione.

Per l’edizione 2025, i premi sono stati assegnati nelle seguenti categorie:

Categoria Accademica

Emily Qureshi-Hurst – Salvation in the Block Universe: Time, Tillich, and Transformation(Cambridge University Press, 2024)

Qureshi-Hurst affronta una questione affascinante e poco esplorata: come conciliare la teoria del “blocco dell’universo” (block universe) con la visione cristiana della salvezza personale. L’autrice propone un’esposizione chiara della teoria temporale, si rifà al pensiero teologico di Paul Tillich e costruisce un ponte tra filosofia del tempo e soteriologia cristiana. Un’opera di grande rigore e rara chiarezza espositiva.

Categoria per il Grande Pubblico

Francis Collins – The Road to Wisdom: On Truth, Science, Faith and Trust(Little Brown & Worthy Books, 2024)

Figura di primo piano nella biomedicina, Collins (già direttore del Progetto Genoma Umano e dei National Institutes of Health USA) propone una riflessione appassionata e accessibile sul cammino verso la saggezza, fondato sull’integrazione tra verità, scienza, fede e fiducia. Un libro toccante e ispiratore, che offre orientamento in tempi di incertezza.

Categoria per Professionisti ed Educatori

Beth Singler – Religion and Artificial Intelligence: An Introduction(Routledge, 2024)

Singler esplora con rigore accademico e approccio sociologico i complessi rapporti tra religione e intelligenza artificiale: accettazione, rifiuto, adattamento. Un testo fondamentale in un campo in rapidissima evoluzione, ideale per educatori e studiosi che si interrogano sull’etica e la spiritualità nell’era dell’IA.

 

Tra le altre opere degne di menzione figurano anche:

  • Thought Experiments, Science, and Theology di Yiftach Fehige (Brill, 2024)
  • Playing God: Science, Religion and the Future of Humanity di Nick Spencer e Hannah Waite (SPCK, 2024)

 

Il Premio Libro ISSR si propone di stimolare l’innovazione e dare visibilità ai migliori lavori nel campo della scienza e religione, dimostrando la ricchezza e la crescente diversità di questo ambito interdisciplinare.

Nei prossimi mesi saranno resi disponibili sul canale YouTube dell’ISSR video di approfondimento sui libri premiati.

Per maggiori informazioni, visita il sito ufficiale della International Society for Science and Religion.

 


 

1 novembre 2025

Il prossimo 1 novembre, solennità di Tutti i Santi, Leone XIV, nel quadro del Giubileo del Mondo Educativo, conferirà a san John Henry Newman (1801-1890) il titolo di Dottore della Chiesa.

Recava la data 31 luglio 2025 la nota della Sala Stampa della Santa Sede dove si annunciava che papa Leone XIV, in un incontro con il Prefetto del Dicastero per le cause dei santi, mons. Marcello Semeraro, aveva dato il suo consenso al conferimento di questo titolo. L’iter per il conferimento del titolo di dottore della Chiesa ha richiesto una valutazione collegiale, parte del lavoro di istruzione del Dicastero, come accade per i processi di beatificazione e canonizzazione, sebbene con una prassi più agile.

Se escludiamo la nomina di sant’Ireneo di Lione con il titolo “Doctor unitatis” voluta da papa Francesco nel 2022, gli ultimi dottori della Chiesa sono stati san Gregorio di Narek, nominato nel 2022 sempre da papa Francesco, e san Giovanni d’Avila (1499-1569) e santa Ildegarda di Bingen (1098-1179), nominati nel 2012 da papa Benedetto XVI.

A partire dal Novecento è la prima nomina di dottore della Chiesa di un teologo e studioso dell’epoca moderna. Dobbiamo infatti risalire a san Roberto Bellarmino (1542-1621), nominato dottore nel 1931 da Pio XI per trovare un caso analogo nella storia recente. John Henry Newman era stato beatificato il 19 settembre 2010 da Benedetto XVI a Bimingham (UK) e proclamato santo da Francesco a Roma il 13 ottobre 2019.

 

La notizia della decisione di Leone XIV riportata da Vatican News

Uno degli ultimi speciali del sito DISF dedicati a John Henry Newman